Domenica 22 aprile, finalmente la gara ligure

Dopo una gara con partenza da una città d'arte (Padova) e una con partenza dal lago (Desenzano), è finalmente arrivata l'ora della gara al mare, in Liguria. Finalmente, in quanto si tratta della famosa Granfondo di Laigueglia, che come già spiegato nei precedenti post ha subito ben due rinvii per maltempo e, dalla data del 25 febbraio inizialmente prevista, ha trovato definitivamente spazio nel calendario solo nella domenica appena passata, il 22 aprile, subendo la fusione con la Granfondo di Alassio, e questa volta il meteo è stato molto più che clemente, con un piacevole clima, quasi estivo.


Come Padova, anche questa gara è una novità per il mio "palmarès" anche se per la maggior parte si sviluppa su strade sulla quale mi è già capitato di pedalare. Il percorso è quello della Granfondo di Alassio con l'unica differenza che la partenza è stata posta a Laigueglia. Non una gara lunghissima, con un totale di circa 100 km, ma con un dislivello di 2.000 metri, quindi si può definire "gara da scalatori", con arrivo posto alla fine di una salita, a circa 10 km da Alassio.
Questi i dati generali della granfondo, ma veniamo alla mia gara. Qui il link Strava con le varie statistiche:



Come cita il titolo del mio blog: qui voglio però parlare anche delle emozioni delle mie avventure... e questo weekend di emozioni me ne ha regalate davvero tante!

Sabato l'arrivo in Liguria è stato non poco problematico, causa incidente in una galleria dell'autostrada nei pressi di Spotorno che ha provocato code chilometriche. Io e la mia dolce metà arriviamo ad Alassio solo nel pomeriggio, impiegandoci il doppio del tempo previsto e, visti sole, temperature e stress del viaggio, il primo pensiero non può che essere quello di fare un tuffo in mare. Quindi, ritirato velocemente il pacco gara, ci buttiamo in acqua, seppur gelida. Riesco a concedermi anche una brevissima pedalata fino a Capo Cervo dove ho la fortuna di incrociare per strada uno dei tantissimi amici che negli anni ho conosciuto grazie alla bici, il simpaticissimo Riccardo "Sagan" Hamilton, che chiamo spesso così per una certa somiglianza fisica con 
il campione slovacco.






Con le recenti manifestazioni ho iniziato a conoscere qualcuno di questa enorme squadra che è la Rodman Azimut e a cena ho il piacere di conoscere altri componenti ancora, tra cui Mauro e Christian, che il giorno dopo non gareggiando saranno i due punti di riferimento per il cambio borraccia in gara: un servizio davvero gradito in giornate così calde, specie per chi punta alle classifiche, ma anche per tutti gli altri. Prima di andar a letto solito rito di preparazione di divisa, bici, numero di gara, borracce, gel energetici... come sempre tutto pronto e ordinato per massimizzare i tempi alla mattina.




Suonata la sveglia, solita colazione: energetica sì, ma non troppo abbondante... con ho un numero di pettorale così alto partirò dalle retrovie e prevedo una partenza a razzo per provare a recuperare posizioni. Il carico di carboidrati l'ho fatto la sera prima con un bel piatto di pasta e ora non voglio appesantire troppo lo stomaco, quindi acqua, qualche fetta biscottata con marmellata e miele, succo di frutta e caffè... l'importante sarà poi mangiare qualcosa durante la gara.

In griglia c'è già Marcello ad aspettarmi, che è sceso in Liguria in compagnia di Lindo. Sì, lo stesso Marcello con il quale ho pedalato intorno al Lago d'Iseo qualche settimana fa e lo stesso simpatico Lindo citato nel precedente post. Anche Marcello ha un pettorale da ultima griglia quindi ha poche velleità di classifica, ma so che è in forma e credo che possa comunque fare un buon tempo. Qualche battuta, selfie, incitamenti e parte la gara..... per quelli in prima griglia! Noi prima di transitare sulla pedana del chip ci impieghiamo quasi 10 minuti, un po' per l'alto numero di partecipanti, ma soprattutto per lo strano giro in Laigueglia che fanno fare a noi dell'ultima griglia prima di transitare dall'effettivo arco della partenza!




Quando siamo partiti noi credo che i primi fossero già al secondo capo... ma questo è stato un motivo in più per menare forte sui pedali! Nel pre-gara non ci siamo detti niente del tipo "stiamo insieme", anche perché è una cosa che quando si dice in realtà poi è raro che si realizzi: di solito chi ha più forza tende ad aumentare e chi ne ha meno non può che dare il via libera all'altro. Io credo che lui abbia la gamba molto più allenata di me e che da un momento all'altro gli dovrò dire che lo lascio solo per continuare al mio ritmo. Ma forse questo pensiero è reciproco... su e giù tra Capo Mele, Capo Cervo e Capo Berta superiamo grupponi di ciclisti al doppio della velocità con una collaborazione che pare esser stata affinata con anni di allenamenti e gare insieme. Poche volte vediamo gente alla nostra ruota... facciamo i primi 20 km ad un ritmo simile al gruppo dei vincitori. Gli unici secondi di distrazione sono quelli che mi concedo man mano per un veloce "ciao" ai miei compagni di squadra Rodman Azimut che superiamo: siamo tantissimi in gara (vinceremo la classifica delle società) e in realtà conosco i nomi di davvero pochi di loro.

Io e Marcello siamo sempre più affiatati, bastano degli sguardi per capirci, e neanche il falsopiano dopo Imperia ci fa aggregare ad altri ciclisti: pur correndo il rischio di sprecare troppe energie, ci diamo cambi regolari contando ciascuno sulle gambe dell'altro. Fino all'imbocco della prima salita, quella al Colle San Bartolomeo, ci pare di volare... e capiamo entrambi di esser più o meno allo stesso livello atletico. Se tutto sommato fino a questo punto non abbiamo avuto problemi di spazio per i nostri infiniti sorpassi, da questo momento il fenomeno "tappo" è frequente: la strada si restringe e in salita inevitabilmente i gruppi di fronte occupano tutta la carreggiata... In tanti punti Marcello riesce a passare molto più agilmente di me, cosa che lo costringe ogni tanto a cercarmi, ma cerco pure io di farmi bene strada con una serie infinita di "permesso", "sinistra", "destra" , "attenzione"... Così ci ricompattiamo sempre dopo pochi secondi: la nostra coppia sembra ormai inossidabile! La lunga discesa la affrontiamo abbastanza bene ed ai piedi della seconda breve salita che porta a Gazzo, riesco a recuperare solo all'ultimo secondo la borraccia da Mauro, nel rifornimento volante Rodamn preventivamente comunicatoci. Anche qui saliamo davvero bene e nella discesa e nel lungo successivo su e giù non facciamo altro che stare nel gruppo che si è naturalmente formato. L'asfalto non è in ottime condizioni ed io ho avvisato Marcello, bravo discesista, che non prenderò troppi rischi e lui mi pare della mia stessa idea. E così presto ci ritroviamo al cartello dei -9 km all'arrivo. Affianco Marcello che d'istinto mi dice di aumentare nel caso avessi avuto ancora energie. In realtà non ne ho tantissime, e non so bene il perché ma parto come una molla, accorgendomi successivamente che Marcello non mi sta seguendo: un po' mi spiace, perché penso che arrivati a questo punto, lontani dalle posizioni di classifica importanti, sarebbe bello arrivare insieme, ma non rallento e proseguo nella progressione, fino agli ultimi 2 faticosi km che portano al santuario della Madonna della Guardia dove è previsto l'arrivo. Mi avevano avvertito che sarebbero stati tosti, quindi imposto un buon ritmo, sopportabile dalle mie gambe... fin quando, ai -500 metri, spunta nuovamente Marcello al mio fianco, che mi incita a non mollare con uno scenografico e grintoso "Non fa male, non fa male... Dai che è finita!", cosa che mi permette di far un'ultima accelerata e un fuori soglia che a questo punto non credevo di riuscir a fare... e così arriviamo esattamente allineati, proprio come siamo partiti! E sono stati subito brividi: per aver concluso la mia terza granfondo del Prestigio, ma soprattutto per aver trovato un compagno di gara così eccezionale! Alla fine la mia classifica parlerà di 264° posto su quasi due mila partecipanti e 24° posto della mia categoria sui circa 80 in gara.



La foto insieme è d'obbligo e quindi, dopo aver avvisato Paola del mio arrivo, il mio pensiero è uno... buttarmi in mare! Scendiamo con calma ad Alassio e dopo un breve tratto insieme verso l'albergo di Marcello, decisamente lontano da Alassio, ci lasciamo con il solito "alla prossima" che si usa sempre tra ciclisti.






PS: Ho scoperto che anche Marcello ha un suo blog e questo è il resoconto della gara raccontato da lui! Buona lettura!