Un giorno di ordinaria follia... e mio Personal Best di km!

Che questo sarebbe stato un weekend di allenamento del cosiddetto "fondo lungo" lo avevo già messo in preventivo dopo la Colnago. Aver sentito bussare i crampi nel finale della granfondo di Desenzano del Garda senza aver fatto dei veri e propri fuori soglia è stato sintomo di mancanza di allenamenti lunghi e, in vista dei prossimi impegni, quello passato era il giusto fine settimana per metter km sulle gambe, magari con il Passo Penice, che quest'anno non ho ancora raggiunto... ma mai avrei pensato di fare così tanti km, quasi da ultracycling!




Se siete ciclisti o perlomeno avete voglia di capire il giro che ho fatto, andate avanti a leggere, altrimenti passate direttamente alle ultime righe. A voi la scelta!


Selfie con cartello "Casa Del Matto"


Le previsioni meteo per domenica erano incerte, quindi ho pensato di concedermi questo allenamento lungo al sabato, anziché alla domenica (come solitamente faccio). Seppur avessi dormito solo tre ore a seguito di una lunga nottata in bella compagnia degli amici di sempre, alle ore 08.30 sono in sella in direzione Lodi, da dove arrivano Gigi, Tauro, Edo, Monga e, dulcis in fundo, il buon Rota, che sono diretti in Oltrepo Pavese: chi per un motivo chi per un altro, tutti rientreranno per mezzogiorno e l'unico che mi accompagnerà per qualche km sarà Carlo "moto" Monga, che pronti e via ci mette subito tutti in fila indiana con un'andatura sostenuta che non permette di scambiare tante parole. Poi per fortuna qualcuno chiede di diminuire la velocità, anche perché per il giorno dopo c'è chi prevede di fare granfondo o randonneé.

"Moto" Monga con Christian stranamente a ruota e dietro Tauro, Gigi e Edo

Monga e Gigi a Montù Beccaria


Tra una battuta ed un'altra facciamo la salita che porta a Zenevredo e poi a Montù Beccaria, dove ritroviamo finalmente sui pedali il buon Lindo, carissimo "amico/nemico" del Rota... La storica coppia sta tornando più affiatata che mai!!! Qui io e Monga lasciamo la compagnia e chiacchierando arriviamo a Montescano e quindi a Montecalvo. Guardando in direzione Monte Penice passa un po' la voglia di arrivare fin lassù: pare esserci un bel temporale in arrivo. Salutato Monga che si dirigerà verso casa, inizia la mia avventura in solitaria. Arrivato al Passo Carmine (a circa 600 m di altitudine), dato il cielo ancora cupo, penso di scendere alla Diga del Molato nei pressi di Caminata, in Val Tidone, risalire ancora al Carmine da quella che viene ormai comunemente chiamata la "Salita del Piccolo Stelvio" e tornare a far delle salitelle in zona Valle Versa.


La cosa però non mi affascina e decido di provare lo stesso la salita al Penice. Arrivato a Zavattarello perdo un po' di tempo per arrivare fino al Castello Dal Verme su una strada misto di pavé, pietre e ghiaia: davvero affascinante anche se non molto adatta alle bici da corsa. A quell'ora il castello non era visitabile (nel weekend apre alle visite dalle 14 alle 19) ma se passate in zona andateci lo stesso perché merita davvero!

Fine della salita al Castello Dal Verme a Zavattarello

Porta d'ingresso al Castello Dal Verme

Dopo la sosta d'obbligo per qualche foto, vedo dai cartelli che al Passo Penice (posto a circa 1.150 m s.l.m.) mancano "solo" 18 km ed il cielo non pare esser più così minaccioso come prima e riprendo quindi a salire deciso. Arrivato praticamente in cima, decido di provare ad arrivare al Passo del Brallo. Il cartello indica 12 km e mi pare di percepire che siano sempre abbastanza in quota, cosa che mi fa erroneamente dedurre che posso raggirare il Monte Penice spuntando circa a metà della salita che da Bobbio ritorna su al passo.


Certo, poi ho scoperto che così sarebbe stato se avessi seguito le indicazioni per Ceci: ma dopo aver chiesto indicazioni ad una coppia di ciclisti ho optato di scendere fino a Marsaglia, senza rendermi davvero conto di quanto stessi allungando il mio tragitto, seppur le loro indicazioni fossero state abbastanza chiare: quella da Marsaglia non è l'opzione più veloce. Avviso quindi la mia Paoletta che il rientro a casa è posticipato di qualche ora rispetto alle 15 inizialmente previste... e quando poi realizzo con il GPS davvero di dove sono finito, le dico di aspettarmi direttamente per cena! E' in giornate come queste che capisco di quanto sono fortunato ad aver accanto una persona come lei!

Da Marsaglia a Bobbio pedalo a bocca aperta, sia per la fatica (ero completamente controvento!) sia per il fascino di questa parte della Val Trebbia! Ci sono già stato varie volte in estate a farmi il bagno (sì, per chi non lo sapesse, al Trebbia, quando fa tanto caldo è davvero una goduria pucciarsi nell'acqua fredda) ma non me la ricordavo affatto così panoramica.


Panorami sulla Val Trebbia, in zona Marsaglia

Arrivato a Bobbio potrei tornare in direzione casa su strade principali e trafficate velocizzando il rientro, cosa che però non mi aggrada per niente. Allora, vista anche la quantità di moto che ho ritrovato a sfrecciare su queste strade, decido di risalire ancora al Passo Penice con sosta velocissima per qualche foto e per poi rientrare più o meno dalla strada dell'andata.

Tipico selfie con il cartello "Passo Penice"
Statua di San Colombano, nei pressi del Passo Penice

Durante questa discesa ho anche modo di conoscere due gentilissimi ciclisti di Casteggio che mi accompagnano per qualche km. Da notare che tutti e tre avevamo i pantaloncini della Maratona delle Dolomiti: chi ci ha visto avrà sicuramente pensato che ci fossimo messi d'accordo.

Non sono molto stanco: quindi, dopo aver rifatto il Carmine, risalgo anche a Montù Beccaria e nonostante mi ritrovi ancora a più di un'ora da Borghetto ormai mi pare di esser arrivato sulle strade di casa! Vedendo l'orario presumo che sia ancora in giro in bici mio fratello Silvio così lo chiamo giusto per aver un po' di compagnia negli ultimi km di questa impresa.

Riepilogo finale della follia: due versanti di Montù Beccaria, due versanti del Carmine, due versanti del Penice... al termine il Polar indica circa 252 km e più di 10 ore di pedalate!!!


Mio record personale di km in un'unica pedalata, più di quanto avessi fatto durante l'estate 2016, con il bellissimo giro in Svizzera prima e con la granfondo a Solden poi. Arrivato tra le braccia della mia amata moglie, la felicità di quello che ho fatto supera la stanchezza fisica... Ed alla prossima granfondo non posso lamentarmi di non aver ancora allenamenti lunghi sulle gambe!!!