La mia Milano21 Half Marathon del 25/11

Domenica 25 novembre, ore 05.30. Suona la sveglia ed il mio primo pensiero è più o meno sempre lo stesso dei giorni come questo: "ma perché mi sono appassionato a sport le cui gare sono sempre la domenica mattina???!!!". Ma come sempre, ci metto poco a mettermi in piedi...

E' infatti il giorno della Milano21 Half Marathon, la mezza maratona che a dir il vero inizialmente non avevo neanche preso in considerazione ma che alla fine è diventato il principale obiettivo della mia breve ma intensa stagione podistica. Dopo le mie ultime gare ho discrete ambizioni: voglio prima di tutto migliorare il tempo registrato a Lodi, ma ormai ho fissato l'asticella un gradino leggermente più in alto e voglio restare sotto l'ora e ventuno minuti, tempo necessario per guadagnare una prestigiosa griglia di partenza nel caso poi dovessi decidere di partecipare alla Maratona di Milano del 07 aprile 2019. Anzi, in realtà vorrei restare sotto l'ora e venti,  giusto per arrotondare, ma so che non è per niente facile e scontato.

Come successo a Lodi, anche stavolta mi ritrovo a partecipare con i miei due fratelloni oltre all'amico Zazza, che ha deciso di unirsi a noi solo negli ultimi giorni. Abbiamo formato ormai una combriccola con annesso gruppo Whatsapp, gruppo che nasceva l'anno scorso con il nome ROADTOMARATHON #breaking3 - con l'intenzione di partecipare alle maratone e provare a terminarne una "rompendo" il muro delle tre ore - che è però diventato ROADTORICOVERO #breaking , cioè "rotti", semplicemente, a seguito di vari infortuni. Da questa simpatica compagnia mancano però Paiu e Albe che da lontano ci fanno sentire comunque il loro tifo!

La partenza della gara è prevista per le ore 09.30 e per evitare rischi legati alla logistica (strade chiuse, traffico, problema parcheggio, ecc. ecc.) decidiamo di partire con largo anticipo. Ecco, forse anche un po' troppo largo: alle 07.30 siamo già al CityLife e dopo il caffè in un bar affollato di corridori e dopo la foto in compagnia sotto lo striscione della partenza, essendo tutti praticamente pronti, non possiamo far altro che... far passare il tempo fino al momento del riscaldamento. I dati degli organizzatori parlavano di circa 6.000 persone iscritte, tra chi avrebbe gareggiato sul percorso da 10 km e chi su quello di 21, e verso le 08.30 inizia ad esserci effettivamente davvero tanta gente per strada. Dato che probabilmente ci si sarebbe presto persi di vista, ci salutiamo e ci facciamo un "in bocca al lupo" reciproco prima di dividerci ognuno per il proprio riscaldamento, dandoci appuntamento in zona arrivi nel dopo gara. Un po' mi spiace ma io faccio l'asociale del gruppo: ho dedicato gli allenamenti di questi due mesi a questo evento e volendo andar forte fin dall'inizio so che è fondamentale riscaldare davvero bene i muscoli e trovare la giusta concentrazione. E così in quei 300 metri in cui quasi tutti i runners si stanno scaldando avanti e indietro come dei criceti impazziti, entro in una sorta di trance agonistica. Mentre aggiungo qualche allungo alla mia corsetta, provo a sentire le sensazioni del mio corpo e sembrano le migliori provate da quando a settembre ho iniziato a seguire una vera preparazione atletica. Sto benissimo, l'adrenalina e le endorfine sono pienamente in circolo e sono pronto ad entrare in griglia. Ecco, per quanto riguarda le griglie di partenza di queste manifestazioni sto trovando ed apprezzando grandi differenze tra ciclismo e corsa a piedi e scriverò un post in merito in futuro.

Mancano pochi minuti allo sparo e lo speaker saluta pubblicamente alcuni forti atleti presenti, come Sara Dossena, Sara Galimberti e Pietro Riva, oltre che agli ex calciatori Aquilani e Ambrosini. E' in questo momento che mi ritrovo nell'ormai solito rito dello "slaccia-allaccia le stringhe". E poco dopo: via, si parte! Sono posizionato abbastanza bene, non troppo avanti per non rischiare di farmi trascinare dalla voglia di restare con quelli davvero forti e non troppo indietro per non rischiare di trovare gente che non ha intenzione di correre forte. Trovo subito il ritmo giusto per me, basato prima di tutto sul respiro regolare e poi controllando di tanto in tanto il gps. Guadagno presto posizioni ma intanto mi faccio pian piano sfilare da chi ha una velocità decisamente superiore: scelta saggia in quanto eravamo partiti mischiati ai runners che avrebbero corso la 10 km ad un ritmo sicuramente forsennato. Mantengo il ritmo sempre costante prendendo come riferimento un gruppetto a pochi metri davanti, in cui presumo ci sia un top runner di origini di cui non conosco il nome (anche perché senza pettorale e presumo solo a supporto di un amico) che dall'abbigliamento e dal modo di correre ci fa capire chiaramente che questo ritmo, che per noi con il gas totalmente aperto è un ritmo-gara, per lui sia piuttosto qualcosa di simile ad un ritmo-defaticante: ogni tanto si ferma a prender l'acqua, sparisce dal gruppetto, riappare a tutta velocità, saluta, sorride, si riferma a confortare chi è in difficoltà, ritorna davanti... Insomma, un po' mi sento frustrato dalla situazione, ma sono onorato di correre di fianco ad un atleta così forte quindi non faccio altro che ammirare il suo gesto atletico. Davanti questo gruppetto riconosco anche un ragazzo lodigiano, Alessandro che mi aveva detto aver avuto per qualche giorno l'influenza ma da come corre presumo si sia ripreso totalmente. So che è molto forte, quindi resisto alla tentazione di agganciarmi a lui per evitare pericolosi fuori-giri.





Il passaggio al decimo km è stato forse un pochino anticipato rispetto al previsto (poco sopra ai 37 minuti contro i 38 minuti e 30 secondi da me posti come obiettivo) e temo di aver sprecato troppe energie, ma tra il 13esimo ed il 15esimo km c'è una sorta di svolta nella mia testa: ricordo che a questo punto della gara di Lodi iniziavo a pensare che fosse ancora lunga, che mancavano ancora 7 lunghissimi km ed iniziavo a cedere. Qui no, penso piuttosto che sono carico ed il correre nelle vie centrali di Milano ed in piazza Duomo aumenta questa sensazione positiva. Capisco allora che mi sono gestito bene e che sono vicino ad un gran tempo. Negli ultimi km noto che Alessandro (che fino a quel momento pian piano aveva sempre guadagnato metri su di me) inizia ad essere sempre più vicino. Credo che l'influenza dei giorni prima si stia facendo sentire e allora lo provo ad incitare e per un paio di km credo di esser diventato io il suo riferimento. Fino agli ultimi 500 metri: vedo quasi il traguardo ma le gambe iniziano a chiedere pietà. Faccio tanta fatica e riappare Alessandro al mio fianco con un "dai dai, ce la facciamo" che mi galvanizza. E ha avuto ragione, chiudiamo appaiati e per 16 secondi siamo sotto l'ora e venti: 01:19:44 (63° e 64° in classifica) ...entusiasmo ed euforia alle stelle! Anche se io e Alessandro non ci conosciamo bene mi è istintivo ringraziarlo con una calorosa stretta di mano. Ho gestito tutta la gara in modo perfetto come forse non mi è mai capitato neanche con il ciclismo, non potevo chiedere di più. La mia stagione 2018 si chiude alla grande, sono davvero soddisfatto!
Poco dopo arrivano anche tutti gli altri dell'allegra combriccola, Salvatore in primis, che si sta avvicinando prepotentemente all'ora e mezza sui 21 km!







Queste emozioni a fine gara, in bici come a piedi, per me sono davvero impagabili e allora ho già completato l'iscrizione per la Mezza Maratona di Vigevano del 17 marzo 2019 e per la Maratona di Milano del 7 aprile. Anche se so già che quelle mattine, quando suonerà la sveglia, il pensiero sarà sempre quello: "ma perché mi sono appassionato a sport le cui gare sono sempre la domenica mattina???!!!"